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  • Immagine del redattoreMichele Micheletti

LE 14 FASI DEL RISVEGLIO SPIRITUALE (SECONDA PARTE)



8. Dedizione ad un percorso spirituale l'interesse per la spiritualità combinato con l’autoriflessione, intuizioni spirituali ed esperienze trasformative, alla fine ci motiverà a scegliere un percorso spirituale da seguire. La dedizione a un percorso spirituale può portare un senso di pace interiore e di realizzazione, nonché un senso di appartenenza verso una comunità di individui che la pensano allo stesso modo. Questo impegno aiuta il praticante ad affrontare le sfide che potrebbero sorgere sul percorso facilitando la concentrazione sugli obiettivi.

Esistono innumerevoli percorsi che sostengono il risveglio spirituale, la cosa difficile è trovare quello che risuona con il nostro modo di essere. Attenzione: facciamo attenzione alle sette e ai guru narcisisti. Quando entriamo in questa fase, è importante ricordare che si tratta di un viaggio, non di una destinazione. Dobbiamo essere pazienti con noi stessi e avere fiducia che tutto si stia svolgendo con tempismo perfetto. Dobbiamo rimanere aperti e ricettivi alla saggezza e alla guida che un percorso spirituale dedicato può offrire.


9. Integra nuove esperienze e sviluppa la saggezza A questo punto nel praticante si è già attivata una trasformazione. Mentre proseguiamo il viaggio spirituale è importante integrare le nuove esperienze nella vita quotidiana. Le attività utili per integrare queste esperienze includono scrivere un diario, trascorrere del tempo nella natura, parlare con amici o mentori e praticare la cura di sé. Con l'integrazione inizieremo a sviluppare un senso più profondo di saggezza e comprensione spirituale. Lasciamo che questa saggezza ci guidi nel nostro cammino e ci aiuti a prendere decisioni in linea con il nostro sé più elevato. La saggezza acquisita, cosa molto importante, deve essere condivisa con gli altri.


10. Connessione al divino Questa fase riguarda il riconoscimento della presenza di un potere superiore e la connessione con esso a un livello più profondo. Questa fase non riguarda la religione o i dogmi, si tratta più di una relazione devozionale con ciò che è più grande di noi: confidare in una forza divina che ci guiderà e cisupporterà nel resto del viaggio. Connettersi con il divino è un'esperienza potente in grado di riempirci di un profondo senso di pace e beatitudine. A questo livello si comincia a dare risposta ai grandi quesiti della vita e a individuare il senso di scopo e direzione.


11. Vivi autenticamente con uno scopo Durante il viaggio di risveglio spirituale è facile notare un cambiamento significativo nel modo in cui ci avviciniamo alla vita. Si preferirà vivere in modo più autentico allineandoci ai desideri della nostra anima realizzando il nostro potenziale. Si riesca anche a capire che il nostro scopo non riguarda solo il successo materiale o il soddisfacimento delle aspettative della società, quanto l'adempimento del nostro ruolo unico nel piano cosmico. Vivere con uno scopo ci consente di diventare un canale per il divino e le nostre azioni saranno intrise di significato. Vivere in modo autentico richiede un'azione originata da una verità interiore, con una forte intenzione, onestà e integrità. Significa vivere in linea con lo scopo e i valori della nostra anima senza compromettere i principi. In questo stadio le mode e i falsi princìpi che governano la società vengono trascesi in favore dell'autenticità più profonda.


12. Entrata in servizio In questa fase sentiremo la necessità di aiutare chi è nel bisogno offrendo volontariamente il nostro tempo e le nostre risorse per cause in linea con i nostri valori. Il senso di scopo che si prova è più grande di noi stessi e ci spinge a fare la differenza nella vita degli altri. Troviamo gioia nel praticare la gentilezza e nel servire gli altri. Il passaggio al servizio può comportare una serie di attività, come il volontariato, l'attivismo o l'avvio di un'organizzazione senza scopo di lucro. In questa fase possiamo anche sentirci attratti da professioni che ci permettono di servire gli altri: insegnare, fare assistenza infermieristica o lavorare nel sociale. La pratica del karma yoga (servizio disinteressato) può diventare parte integrante della nostra vita mentre cerchiamo di fare del bene senza attaccamento ai risultati. Qui a CO-Scienza riceviamo spesso delle mail da parte di persone desiderose di far parte del team di CO-Scienza e che vorrebbero collaborare con questa realtà. Appena diciamo loro che tutto ciò che viene fatto da questo movimento è a titolo gratuito, come servizio per la comunità, questi scappano a gambe levate.


13. Trascendere la dualità e sperimentare l'unità In questa iniziamo a vedere oltre l'illusione della separazione e della dualità. Invece di vedere le cose come buone o cattive, bianche o nere, le riconosceremo come espressioni diverse della stessa energia divina. Questa realizzazione ci porterà ad abbracciare tutti gli aspetti di noi stessi, inclusa la parte in ombra, e a vederli come una parte vitale del tutto. In questa fase potremmo anche sperimentare momenti di trascendenza e provare un senso di unità con l'universo. Iniziamo a vedere l'interconnessione e l'interdipendenza di tutte le cose e ci rendiamo conto che tutto fa parte della stessa danza cosmica. Potremmo avere esperienze mistiche e provare un profondo senso di amore e compassione per tutti gli esseri. Questa fase riguarda il lasciare andare il senso dell'ego di “me” e “mio” per allinearsi sempre di più verso l'atman, il nostro Sé superiore.


14. Risiedere nell'unità In questa fase finale saremo completamente risvegliati alla nostra vera natura e viviamo in ​​uno stato di costante consapevolezza e presenza. Non ci identifichiamo più con i nostri pensieri, emozioni o corpo fisico, ma piuttosto con la coscienza infinita che anima tutta la vita. Siamo liberi dalle limitazioni dell'ego e viviamo in ​​uno stato di amore incondizionato e compassione verso tutti gli esseri: fusi con il divino, sentiamo un profondo senso di unità con tutto ciò che esiste. La vita è piena di gioia, pace e appagamento e irradiamo un senso di luce e amore che tocca tutti intorno a noi. Questa fase viene spesso definita illuminazione e rappresenta l’obiettivo finale della pratica spirituale. Quando l’ego si dissolve rimane uno stato di pura coscienza unitaria. Questo stato dell’essere trascende tutti i confini e le limitazioni che esistono nella nostra comprensione mondana. L’illuminazione completa è quasi impossibile da raggiungere, quindi è meglio non attaccarsi all’idea di raggiungere questo stadio. Concentriamoci sul viaggio del risveglio e sulla crescita che ne deriva.

Le fasi del risveglio spirituale servono come una potente guida per coloro che intraprendono un viaggio per comprendere e trascendere i loro schemi abituali di pensiero, sentimento e comportamento. Anche se queste fasi potrebbero non svolgersi necessariamente in modo lineare, forniscono un quadro incredibilmente utile per comprendereil percorso di crescita personale e spirituale che tutti noi facciamo mentre ci sforziamo di ottenere una maggiore consapevolezza. L’obiettivo del risveglio spirituale è trascendere l’ego e connettersi con gli aspetti trascendenti del nostro essere, portando a livelli maggiori di pace interiore, saggezza e compassione.

Buon cammino a tutti voi, cari amici. Buon cammino.


LE 14 FASI DEL RISVEGLIO SPIRITUALE (SECONDA PARTE)
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